• Dai Territori

Comune di Monteleone di Orvieto

Pubblichiamo l'intervento del Sindaco Angelo Larocca.

Anche in questo Comune, che ha aderito al Progetto WiFi Italia, sono stati attivati gli hotspot gratuiti.

“Il territorio di Monteleone di Orvieto vanta un incredibile panorama naturale che abbraccia parte dell’Umbria, del Lazio e della Toscana. Per la sua posizione di dominio sull’orvietano e Città della Pieve, fu per molto tempo un importante luogo strategico. Il paese è parte integrante dell’Alto Orvietano, un territorio di straordinaria bellezza dal punto di vista paesaggistico, di notevole interesse storico, artistico, architettonico e culturale. Un paesaggio dove i castelli, un tempo luoghi di controllo del territorio ma anche ferventi centri di vita agricola e artigianale, ancora si presentano con la loro struttura originaria. La zona del “viver bene”, caratterizzata da un ambiente incontaminato, alimentazione naturale a chilometro zero e ottima qualità della vita. Il Castello di Monteleone, eretto per mano degli orvietani tra il Mille e il 1100 a difesa dei confini settentrionali, era caratterizzato da possenti mura, ancora visibili in alcuni tratti.

Il primo documento ufficiale in cui viene citato Monteleone è un atto ufficiale dell’imperatore Federico II di Svevia del 1243, con il quale venivano fissati i nuovi confini di Castel della Pieve, fedele all’imperatore. Nel 1278 il Comune di Orvieto determinava i confini dei propri territori e Monteleone veniva indicato come Piviere. Il Castello di Monteleone rimase sotto il controllo orvietano fino al 1373, data in cui, per volere di Carlo IV, passò al visconte di Turenna, quindi fu ceduto al conte Ugolino di Montemarte da Corbara. Fu sempre conteso dai Conti di Marsciano che possedevano già il vicinissimo Castel Brandetto. Tra il 1643 e il 1644 le sorti di Monteleone cambiarono drasticamente: durante la Guerra di Castro tra il Papa e i Farnese, il castello fu assediato, distrutto e saccheggiato dai fiorentini, alleati dei Farnese. Dopo la riconquistata dalla Chiesa, ne restò parte fino all'Unità d'Italia.

La partecipazione alla rete pubblica e gratuita di Wifi Italia vuole essere un modo per la nostra amministrazione di offrire ai cittadini servizi sempre più efficienti”